Hai un credito nei confronti del tuo creditore? Puoi compensarlo.
Se hai un credito nei confronti del tuo creditore, puoi eccepire la compensazione nel giudizio da quest’ultimo intrapreso, cosicché i due debiti si estinguono per le quantità corrispondenti dal giorno della loro coesistenza.
Affinché possa eccepirsi la compensazione è necessario, però, che si tratti di crediti liquidi ed esigibili, oltre che certi. La certezza va intesa quale esistenza giuridica del diritto opposto in compensazione, mentre la liquidità è un concetto che attiene all’oggetto della prestazione, ovvero al suo quantum.
Orbene, se il credito opposto in compensazione è certo e liquido o di facile e pronta liquidazione, il giudice, chiamato a decidere sul credito principale, dichiara l’estinzione di quest’ultimo per compensazione, a decorrere dalla coesistenza con il controcredito, accogliendo l’eccezione e rigettando la domanda.
Ove, invece, il credito opposto in compensazione non sia di facile o pronta liquidazione, il giudice deve rigettare l’eccezione di compensazione e, pertanto, si aprono due strade alternative per far valere il proprio credito nei confronti del creditore principale:
– potrà essere richiesto nello stesso giudizio, in via riconvenzionale, l’accertamento del credito opposto in compensazione e la condanna dell’attore a pagare anche l’eventuale differenza. In quest’ultimo caso, dunque, il Giudice, al fine di non sacrificare il credito principale, deve emettere condanna per il credito principale, certo e liquido, rigettare l’eccezione di compensazione giudiziale e iniziare l’istruttoria per l’accertamento del controcredito, provvedendo, infine, sulla domanda riconvenzionale di condanna per il controcredito;
– il credito potrà essere oggetto di richiesta e/o accertamento in altro autonomo giudizio.
Sul punto si sono di recente espresse le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23225/16, che ha confermato i suddetti principi di diritto.